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Irccss Burlo Garofolo

MISSIONE

L'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Burlo Garofolo ha lo scopo di promuovere e condurre la ricerca scientifica biomedica nel campo materno infantile, con particolare riferimento alla diagnosi, cura e profilassi di tutte le forme morbose interessanti l'intera età dello sviluppo e la riproduzione.

In questo clima, in cui l'impiego di tecnologie avanzate e strumentazioni sofisticate, in un'organizzazione sanitaria dotata di una notevole sensibilità e impegno sociale, ma anche con particolari competenze comunicative con pazienti e famiglie, l'obiettivo prioritario generale rimane quello di promuovere la salute a mezzo di una maggiore diffusione ed efficacia delle azioni preventive.

I progetti di ricerca preclinica e clinica dovranno a tal fine integrarsi al progetto generale di migliorare la qualità e l'efficacia della diagnosi e delle cure con il rapido trasferimento all'assistenza dei risultati utili. In parallelo si dovrà provvedere, a mezzo di adeguati strumenti epidemiologici, al monitoraggio dello stato di salute della popolazione dell'efficacia e della qualità delle cure.


ATTIVITÀ PRINCIPALI

Aree di eccellenza:
- Malattie rare. L'assistenza al bambino con malattie rare richiede che vengano elaborate specifiche conoscenze e che vengano organizzati percorsi dedicati per la diagnosi, la consulenza genetica, e per la valutazione multidisciplinare dei problemi complessi. In epoca prenatale sono attuati protocolli di screening integrato biochimico ed ecografico ed è possibile effettuare una diagnosi genetica di molte malattie. Sono in studio nuove tecnologie avanzate per poter valutare il DNA del feto a partire dalle minime quantità che si possono ottenere da un prelievo del sangue materno.

Per molte delle patologie, l'Istituto coordina o partecipa a registri Nazionali, finalizzati a migliorare le nostre conoscenze e a fornire una rete di assistenza in grado di rendere disponibile al paziente ogni avanzamento medico-scientifico che verrà prodotto nei tempi migliori. L'importanza del settore è testimoniata dalla creazione di un apposito ufficio per le malattie rare che può essere contattato per consulenze da parte di pazienti e medici. Per quanto riguarda in particolare le malattie lisosomiali (m di Fabry, glicogenosi di tipo 2, m. di Niemann Pick, m di Gaucher) sono attuati inoltre approcci terapeutici avanzati, come la produzione e infusione di enzimi ricombinanti sostitutivi.
- Cardiologia pediatrica. Di recente l’unità Operativa "Servizio di Cardiologia" è diventata una struttura di riferimento per i pazienti pediatrici di tutta la Regione, grazie all’acquisizione di apparecchiature diagnostiche cardiologiche specifiche per i bambini di tutte le età e per i giovani adulti.

Il servizio si avvale della presenza continua in ospedale, integrata dalla pronta disponibilità notturna e festiva, di alcuni cardiologi particolarmente esperti nella valutazione delle malattie cardiache pediatriche, congenite e acquisite. Gli specialisti del Servizio di Cardiologia hanno inoltre frequenti contatti con i principali centri di cardiochirurgia pediatrica dell’Italia centro-orientale, dove i bambini della nostra regione vengono inviati quando hanno necessità di intervento chirurgico.

Un operatore del Servizio di Cardiologia integra con funzioni di eccellenza il Centro di Diagnosi Prenatale dell’Istituto, per la gestione del feto cardiopatico fino alla nascita e dopo la nascita del bambino. Da quest’anno l’Istituto si avvale della presenza periodica straordinaria della prof Jane Somerville, coordinatrice ufficiale del Regno Unito per i Centri GUCH (strutture dedicate alla diagnosi e alla cura dei pazienti con cardiopatia congenita complessa diventati adolescenti e adulti). Le finalità dei questa collaborazione sono sia di natura scientifica che assistenziale. La riconosciuta esperienza della prof. Somerville nell’ambito della malattie congenite del cuore, anche negli adulti, è a disposizione di tutti i Centri cardiologici e pediatrici della Regione che lo richiederanno.

Lo studio delle cardiopatie congenite si avvale anche delle moderne tecnologie di analisi dei profili di espressione dei geni espressi in tessuti cardiaci normali e patologici mediante l’impiego di "microarrays". Tale tecnologia consente il paragone dell’espressione di numerosissimi geni precedentemente identificati, clonati ed utilizzati come sonda per saggiare l’espressione in tessuti da cui è stato estratto l’RNA. Ci si attende di identificare delle variazioni che siano caratteristiche di malformazioni cardiache su base multifattoriale;
- Malattie infettive. La patologia infettiva occupa una posizione di particolare rilievo in campo ostetrico-ginecologico, in campo neonatologico ed in oncologia pediatrica, sia per la frequenza del fenomeno che per le problematiche che alcune infezioni possono determinare anche a distanza di tempo. In ambito ostetrico esistono ormai dati certi sulla correlazione esistente tra alcune patologie della gravidanza e fenomeni di tipo infettivo (parto pretermine, PROM). Nella popolazione ostetrica è ormai in vigore da alcuni anni un programma di screening per lo Streptococco beta emolitico di gruppo B (GBS), che prevede l’esecuzione di un tampone vaginale e di un tampone rettale a tutte le gravide tra la 34a e la 37a settimana di gestazione. L’importanza di questo progetto consiste nell’individuazione di una popolazione ad alto rischio per sepsi neonatale da GBS. La contaminazione del bambino si ha al momento del passaggio attraverso il canale del parto; per ridurre al minimo la probabilità di infezione neonatale, si esegue quindi, nelle donne risultate positive allo screening, una profilassi antibiotica durante il travaglio.

Il nostro Istituto offre inoltre un servizio di infettivologia altamente specialistico che si occupa oltre che della diagnosi differenziale e della cura delle comuni patologie infettive anche del monitoraggio e del follow-up di infezioni come quella da virus HIV o da nuovi patogeni emergenti come il virus della SARS. In particolare sono oggetto di studio i polimorfismi genetici coinvolti nell'infezione da HIV1 e nella progressione dell'AIDS pediatrico.

Presso il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’IRCCS opera da alcuni anni il Centro di Riferimento Regionale per l’HIV in Gravidanza e per la Gravidanza ad Alto Rischio. Presso tale Centro, che collabora con l’European Collaborative Study on HIV in Pregnancy, quale Collaborative Center, fanno riferimento le gravide con infezione da HIV, con provenienza regionale ed extra-regionale. Il protocollo prevede l’attuazione delle più avanzate misure terapeutiche per la prevenzione della trasmissione materno-fetale dell’infezione da HIV e per ridurre il rischio di progressione della malattia per la madre;
- Centro HIV Trieste;
- Trapianto di midollo e cellule staminali:

Sono state ottimizzate le procedure aferetiche per l'autotrapianto di cellule staminali in patologie neoplastiche ed autoimmuni gravi. Viene posta particolare attenzione anche ai bisogni supplementari dei bambini trapianti, come la necessità di garantire un appropriato stato nutrizionale anche in presenza patologia intestinale secondaria al trapianto. Il laboratorio di immunologia sviluppa tecnologie dedicate, come l'analisi citofluorimetrica per la diagnostica e l'identificazione della malattia residua minima nella leucemia linfatica acuta infantile;
- Oncoematologia:

Oltre ai 7 protocolli multicentrici nazionali ed europei relativi al trattamento delle malattie neoplastiche in età infantile, l'Istituto sviluppa numerose ricerche, come quella sulla cardiotossicità delle antracicline nel bambino in trattamento e fuori trattamento, quella sulla terapia del medulloblastoma-PNET in bambini sotto i tre anni e sul trattamento della leucemia linfoblastica acuta non B.

Centro regionale Fibrosi Cistica

Sono punti di forza del centro l'attuazione di strategie per mantenere buone condizioni nutrizionali nei soggetti con fibrosi cistica e la continua verifica, con relazioni multicentriche, dei protocolli terapeutici. Settori originali di ricerca comprendono l'identificazione precoce della colonpatia stenosante, la prevenzione ed il trattamento dell'osteopenia.

L’attività di ricerca biomedica, sperimentale e clinica, si articola in5 linee:
- medicina materno-fetale e perinatologia;
- malattie croniche e tumorali ad insorgenza in età pediatrica;
- scienze chirurgiche e pediatriche;
- epidemiologia, prevenzione equalità delle cure;
- neuroscienze dell'età evolutiva.

Attività di accoglienza dei bambini:
- la scuola in ospedale (attività scolastica interna in collaborazione con il Provveditorato);
- clown therapy;
- - Max: il sito per i bambini;
- la Carta dei diritti del bambino.


STORIA

Il Burlo Garofolo nasce il 18 novembre 1856, quando, in occasione della visita a Trieste dell'imperatrice d'Austria, viene inaugurato “l'Ospedale infantile” con lo scopo di “assicurare gratuitamente ai fanciulli di poveri genitori adeguato asilo”. Patrocinante dell'iniziativa assistenziale è la ricca e multietnica borghesia cittadina, desiderosa di esprimere anche concretamente il proprio impegno filantropico, e nel contempo sottolineare all'imperatore il proprio coinvolgimento nella promozione dello stato sociale.

Il primo Ospedaletto è dotato di 24 letti per "fanciulli d'ambo i sessi, realmente poveri, di tutti i culti ed affetti da morbi curabili" ed è collocato inizialmente sul colle di S. Vito, al pianterreno dell'ospizio dei padri Mechitaristi. Una decina d'anni dopo, l'ospedale viene trasferito in un edificio proprio in via del Bosco.

Nel 1907 l'Ospedaletto, come fu chiamato per lungo tempo dai triestini, riceve il lascito della baronessa Maria de Burlo Garofolo e da allora verrà chiamato “Ospedale Infantile e Pie Fondazioni Burlo Garofolo”.

Successivamente, nel 1922 viene riconosciuto come Istituzione pubblica di beneficenza.

Nel 1928 Alessandro De Manussi elargisce, in memoria della moglie Aglaia, una cospicua somma, lascito che viene legato alla costruzione di un padiglione per il ricovero di bambini con malattie croniche, incurabili e bambini deficienti. Cambia di nuovo la denominazione dell'ospedale, che diventa “Ospedale infantile e Pie fondazioni Burlo Garofolo e dott. Alessandro e Aglaia de Manussi”.

Nel 1964 in seguito alla fusione con la “Società degli amici dell'Infanzia”, la Clinica dei Lattanti di via Manzoni viene trasferita al Burlo e viene costruito il Centro Immaturi.

Nel 1967 l'antico ospedaletto acquisisce le cattedre universitarie di Pediatria e di Puericultura e nel 1968 viene riconosciuto come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Poco dopo, nel 1972, con l'arrivo della Divisione di Ostetricia e Ginecologia, modifica ancora gli ambiti assistenziali trasformandosi da Ospedale Pediatrico in Materno-Infantile, con una concezione, per l'epoca, originale nel panorama sanitario italiano. Nel 1978 acquisisce le cattedre di Igiene e di Genetica e nel 1979 la cattedra di Ostetricia e Ginecologia. Nel 1981 viene confermato il riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.

Negli anni Ottanta sviluppa e promuove una cultura sanitaria del tutto innovativa, in cui la deospedalizzazione e l'umanizzazione delle cure costituiscono il riferimento fondamentale. L'ultimo decennio del ventesimo secolo propone all'Istituto la ricontestualizzazione della propria missione, nell'ambito della nuova organizzazione di tipo aziendalistico, secondo gli schemi e gli indirizzi contenuti nella legge 502/92.

Nel ventunesimo secolo il Burlo Garofolo rivista il suo passato riformulando il presente proponendosi come Ospedale per la salute materno infantile. È protagonista essenziale del Dipartimento per la salute della donna e del bambino nell'ambito dell'Area vasta giuliano isontina, è polo di riferimento pediatrico della regione Friuli-Venezia Giulia, promuove lo sviluppo e il coordinamento della rete nazionale degli IRCCSS pediatrici.


BILANCIO

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INFORMAZIONI E CONTATTI

www.burlo.trieste.it

Fonti: sito internet dell’organizzazione (http://www.burlo.trieste.it)